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DIETE
Assemblee di alcuni popoli germanici (franchi,
longobardi), quindi, dopo l'avvento dei Carolingi, le assemblee del Sacro
romano impero. Esse avevano in origine carattere militare ed erano aperte
alla partecipazione di tutti i "liberi" atti alle armi. Col tempo acquisirono
anche una dimensione politica e giudiziaria (fino alla Bolla d'oro emanata
da Carlo V nel 1356 vi venivano eletti anche gli imperatori) e la loro
composizione si restrinse ai grandi e piccoli feudatari e all'alto clero.
Con la pace di Vestfalia (1648) le diete imperiali persero il carattere
di assemblee nazionali e diminuirono d'importanza. A partire dal 1663
la dieta, il cui luogo fino ad allora era mutato di volta in volta, divenne
permanente a Ratisbona, ma i principi dell'impero cessarono di assistervi
di persona e vi si fecero rappresentare da ambasciatori. Continuò
a esistere almeno formalmente fino al 1806, cioè fino alla scomparsa
ufficiale del Sacro romano impero. Ripristinata dal congresso di Vienna
con sede a Francoforte, ebbe un'esistenza effimera e priva di significato.
Il nome di dieta territoriale (in tedesco Landtag) fu ripreso molti
anni dopo per indicare le assemblee dei deputati dei regni e dei paesi
rappresentati al Consiglio dell'impero austriaco (poi austroungarico)
fino al momento della sua dissoluzione, dopo la prima guerra mondiale.
Istituite in numero di quindici nel febbraio 1861, con un decreto che
ne fissava le basi giuridiche e i criteri di elezione, esse rappresentavano
veri e propri parlamenti provinciali. Erano composte da membri di diritto
(i principi-vescovi, i vescovi e i rettori delle università) e
da membri eletti sulla base di un sistema che privilegiava i grandi proprietari
fondiari e gli interessi di importanti organismi urbani e rurali, come
i mercanti e le camere di commercio e di industria. Anche dopo il compromesso
dell'Ausgleich del 1867, che sancì la divisione dell'impero in
due grandi componenti, l'Austria e il regno d'Ungheria, le diete furono
espressione di un costituzionalismo octroyé, effetto più
di concessioni sovrane che non di volontà popolare. Esse, infatti,
non avevano alcun contatto tra loro e ciascuna dipendeva direttamente
dal governo centrale. Avevano competenza su tutte le questioni legislative
non espressamente riservate al parlamento di Vienna e a quello di Budapest
ed erano guidate da una giunta presieduta da un capitano provinciale.
Questi veniva nominato dall'imperatore, che aveva anche la facoltà
di convocare la dieta e di scioglierla, indicendo nuove elezioni. Il nome
rimase a designare le camere dei parlamenti nei paesi di lingua tedesca.
F. Conti
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